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origine dei diversi metodi di dipingere 31

gialla, non sembrandogli tuttavia impossibile che fra i rossi potesse trovarsi del cinabro.

Dell’azzurro che la collezione possedeva in natura entro una coppa, e di un colore brillante come l'oltremare, trovò essere un prodotto artificiale rimarchevole per la sua resistenza agli acidi, agli alcali ed al fuoco; molto superiore in qualità alla cenere azzurra e prova di un'industria molto avanzata, se dopo trenta secoli tale azzurro si conservava ancora così splendido.

Il verde generalmente olivastro che stimò dapprima un genere di terra simile a quella di Verona, si persuase essere una sostanza nella quale il principio colorante era dovuto essenzialmente al rame.

Il bianco di una conservazione rilevante ritiene essere gesso diluito in una sostanza glutinosa; e finalmente i bruni essere dovuti ad un carbone misto ad un rosso ed i neri non apparire composti che di carbone.

Rispetto al processo di esecuzione osservò come tutte le pitture sia su legno che su tela avessero una preparazione bianca, ma che però le tinte non presentando screpolature era difficile determinare quali eccipienti avessero servito a sciogliere e conglutinare i colori. Pure essendo noto come l'Egitto produca delle gomme e vi fosse conosciuta la colla di gelatina, tuttavia Mérimée presume che si preferisse una gomma malleabile, come il dragante o qualche mucilagine dello stesso genere.

Quest’accenno ai dissolventi che poterono, secondo il parere del Mérimée, costituire il materiale appiccicante delle pitture della collezione Passalacqua non può certamente comprendere tutte le varie decorazioni destinate a subire le vicende atmosferiche dell’aperto, ed il preparato bianco che il Mérimée trova costantemente posto sotto tutti i colori, qualunque sia il materiale che riveste, non