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origine dei diversi metodi di dipingere 29


Però nè le condizioni eccezionali del clima, nè la costituzione favorevole della superficie dipinta, nè l’impiego dei colori più solidi sarebbero bastati per conservare le tinte in quello stato d’integrità di strati e di splendidezza di colori, che offrono tanti cimeli della antica pittura egiziana senza intervento di sostanze appropriate a trattenere i colori sui materiali dipinti con quella forza di aderenza che è implicita in colori che si mantengono inalterati oltre il tempo consentito dalle naturali forze di adesione e coesione: vale a dire senza convenienti processi tecnici che abbiano provveduto alla durabilità di quelle pitture.

Ed invero mentre il popolo Egizio ebbe spiccatissimo il gusto per i brillanti colori, fu altresì pressato dall’idea della loro durata, perchè applicando la pittura principalmente negli ipogei, dove l’egiziano credeva colla infinita quantità di pitture di assicurarsi al di là della vita terrestre il godimento reale di tutti gli oggetti e di tutte le scene rappresentate sulle pareti delle tombe, sarebbe evidentemente mancato tale scopo se i colori non si fossero mantenuti in luogo con una fissità almeno relativa al concetto di dimora eterna che la tomba incarnava nella strana ideologia di quel popolo.

Ma oltre le tombe l’architettura monumentale, le case, il mobiglio, gli utensili più comuni, quanti oggetti infine potevano uscire dalle loro mani si coprivano dagli Egiziani di decorazioni policrome, e tanta profusione di pitture doveva conseguentemente trascinare ai più vari processi di dipingere, non comportando i marmi, il legno, i metalli le stesse sostanze adesive.

Il meccanismo del pennello non ha alcuna importanza nella tecnica della pittura egiziana, fermandosi l’opera dell’artista al puro disegno dei contorni che si dovevano riempire di colore, e l’applicazione di questi eseguendosi me-