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forse che anche in questa supposizione, e per adequato, non riescirete a nulla di costante? Indagate, per esempio, quale sarà per essere in tale ipotesi l’età media a cui i matrimoni si contraggono per l’uno e per l’altro sesso; e, a patto che abbiate operato sopra un numero abbastanza grande, vi risulterà che essa coincide senz’altro coll’età media generale dei maritandi, tenuto conto per quest’ultima della varia forza numerica delle singole età, da cui essa si deduce.

Supponete che la proporzione numerica delle singole età rimanga invariata per l’uno e per l’altro sesso; e, ripetendo la prova, voi continuerete ad ottener sempre il medesimo risultato; il quale è così fatto che poteva anche indovinarsi a priori. Variate invece quella proporzione; e il risultato alla sua volta vi riprodurrà fedelmente la variazione essa medesima, in quella forma qualunque, con cui vi sarà piaciuto introdurla. Gl’individui, sarà come avessero agito a capriccio, senza motivo, commettendosi interamente alla sorte (giacchè non altro significa agire senza motivo), e il risultato sarà rimasto i ciò nondimeno costante.

Oppure, mutate ipotesi, se così vi piace, supponete che si agisca per certi motivi, anzichè del tutto a capriccio, e che fra questi motivi vi sia alcunchè di costante, e tutto il resto variabile, indefinitamente variabile, fra certi limiti. Ebbene, voi potrete ancora leggere nel risultato il tenore dell’ipotesi che avrete fatta. Il risultato avrà mutato da quello che era, ma, nella nuova sua espressione, esso accuserà, colla propria costanza relativa, quella stessa del dato che vi sarà piaciuto introdurre.

Badate altresì, a questo proposito, ad un’osservazione che è capitale. La più esatta costanza o regolarità del risultato si ottiene precisamente allora, che è più perfetta la compensazione fra le possibili variazioni individuali; e queste alla lor volta presuppongono, se non il capriccio od il caso fortuito, certo l’indipendenza e la libertà di