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contra l’Istoria a levare a lui la gloria della vera sua azione eroica, che fu d’essere stato il primo senza controversia a tentare e scoprire il Mondo Nuovo.

Però quanto all’imprese gloriose ed eroiche del Colombo, io mi restringerei, come fece Omero, quando egli cantò gli errori d’Ulisse, a fortune di mare, a contrasti e macchine di Demoni, a incontri di Mostri, a incanti di Maghi, a impeti di genti selvaggie, e a discordie e ribellioni de’ suoi, che furono in parte cose vere. E negli amori andrei molto cauto, per non uscire del cerchio, e fingerei piuttosto le Indiane innamorate de’ nostri, che i nostri di loro, come nell’Istorie si legge d’Anacaona. E quanto all’invenzione che hanno trovata alcuni di trasportare donne d’Europa in quelle parti sulle navi del Colombo, io l’ho per debole assai. E tanto maggiormente, sapendosi che ’l Colombo a fatica ritrovò uomini che ’l seguitassero in quel suo primo passaggio.

Ma perchè pensai anch’io una volta a questo soggetto, e ne feci così all’infretta un poco d’abbozzamento del primo Canto, che contiene quello che occorse al Colombo dallo stretto di Gibilterra fino alle Canarie, dette l’Isole Fortunate; vegga V. S. s’egli potesse servire a lei per quello ch’ella disegna di fare, che gliene mando qui congiunta una copia, e le bacio le mani.


Servitore di V. S.

Alessandro Tassoni.