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SETTIMO 127


LXVII.


Indi allargati in sulla destra mano,
     Correano a gara a custodir la riva;
     Quando s’udì un rumor poco lontano,
     540Che ’l ciel di gridi e di spavento empiva.
     Era questi Gherardo il capitano,
     Ch’in soccorso de’ suoi ratto veniva.
     Al giugner suo mutar faccia le carte,
     544E ripresero cor Dionisio e Marte.

LXVIII.


Gherardo in arrivando a destra invia
     Bertoldo con due schiere; ed egli, dove
     Vede il Potta pugnar, prende la via:
     548Passa sul ponte, e fa l’usate prove.
     Perinto a piedi e sol gli s’opponia;
     Ma come vide tante genti nuove
     Che correano del ponte alla difesa,
     552Ritrasse il piede, e abbandonò l’impresa.

LXIX.


Gherardo sbarra il ponte, e ’n guardia il lassa
     A Giberto che quivi era con lui;
     E torna indietro, e sulla riva passa
     556Là dove combattean nell’acqua i sui.
     Vede stanco il caval: subito abbassa;
     Ne fa un altro venir, che n’avea dui;
     Nè può soffrir di scender dalla sponda,
     560Ch’a precipizio giù salta nell’onda.

LXX.


Il Signor di Faenza era in battaglia
     Col capitan Brindon Boccabadati;
     E Matteo Fredi, e Gemignan Roncaglia,
     564E Beltramo Baroccio avea ammazzati.
     Gherardo colla mazza apre e sbaraglia
     Faentini, Imolesi e Cesenati,
     Quei di Ravenna, e quei della Cattolica:
     568E fa strage di ferro e di maiolica.