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DI S. BENEDETTO 31

que si esalta sarà umiliato, e chiunque si umilia sarà esaltato. — Nel dire dunque queste parole ci mostra che ogni esaltazione è una specie di superbia. Dalla qual cosa il Profeta c’indica doverci guardare, dicendo: O Signore, il mio cuore non si è esaltato, né i miei occhi si sono levati in alto. Né ho camminato in sublime, né la vanità di me stesso. — Ma che? — Se non ho sentito di me umilmente, ed ho anzi esaltata l’anima mia; mi son trovato poi come il fanciullo spoppato di fresco. — Laonde, o fratelli, se vogliamo toccare la cima dell’eccelsa umiltà, e velocemente giungere a quella celeste esaltazione, a cui si ascende per l’umiltà della presente vita; e a condurre in alto le nostre azioni, fa d’uopo innalzare quella scala, che apparve in sonno a Giacobbe, per la quale si mostravano a lui gli Angeli scendere e salire. Quel discendere e salire, senza dubbio non va da noi inteso in altro modo, se non