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dano alla lettura, tranne quelli che sono destinati ai varii officii. E se vi fosse taluno tanto negligente ed ozioso, che non voglia o non possa meditare o leggere, gli si dia un lavoro a fare, onde non istia senza far nulla. Ai fratelli infermi o delicati s’imponga tale faccenda o lavoro, che fuggendo l’ozio non siano oppressi dalla soverchia fatica, e l’abbiano poi ad abborrire. Alla debolezza de’ quali l’Abbate deve avere gran riguardo.


Dell’osservanza della Quaresima.

CAP. 49.°


Sebbene la vita del monaco in ogni tempo abbia da serbare l’osservanza quaresimale; pure, siccome pochi hanno questa virtù, così insinuiamo, che in questi giorni di Quaresima ciascuno custodisca la sua vita con ogni purezza; e similmente in questo santo tempo, ripari a tutte le negligenze degli altri tempi. Il che allora