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— Altra palla che gli trapassi il fegato! — gridò Dalvy, con gli occhi brillanti come smeraldi. — In quanto al servizio, vedremo quando sarà fuori, il che non sarà nè oggi nè domani. Ma per il resto, uscitemi di tra i piedi, se non volete pigliar la parte vostra.

La persona fidata se ne andò mogia mogia, e non tornò più. Bellia fu condannato.

I suoi compagni di disgrazia lo vedevano darsi alla disperazione, mordersi i pugni, tirarsi i capelli, digrignare i denti. Anche nel sonno sbatteva la testa sul giaciglio, e gemeva come un cane arrabbiato.

Poi fu portato via, lontano, e per lungo tempo non si seppe più nulla di lui.

Zio Juanne Battista intesseva sempre le sue stuoje e intrecciava i suoi cestini all’ombra del portone, davanti al gran paesaggio verde, fiorito e solitario.

Erano scorsi circa quattro anni, dopo che aveva venduto la giumenta a quel grosso signore dagli occhi di gatto, come egli diceva, che gli aveva anche cambiato i denari.