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dica? Forse il bimbo esagera... Del resto non accadrà più.

— Come? Come? Il bimbo esagera? Ma se non si presta fede ad una creatura innocente... —

Mille parole roventi salirono sulle labbra di Matteo, ma egli le respinse per non offendere quell’uomo vile che gli stava davanti, e non compromettere la causa del suo sogno. Si sedette, con triste abbandono, e lasciò che il Lauretti parlasse, ma non prestò attenzione alle sue parole. Poi gli disse:

— Basta, lei è padre e vede meglio di me ciò che resta a fare. (Ho parlato male, pensò tosto, non dovevo dire così). Io, se è lecito, (no, ho fatto male a dir lecito: meglio che mi imponga, e dia valore alla mia proposta, aggiunse fra sé); se le fa piacere, vorrei farle una proposta.

— Dica pure. —

— Veda, io sono solo, ho qualche cosa; in questi pochi giorni mi sono affezionato al bimbo. Se lei crede lo tengo con me, lo adotto, lo faccio mio erede. —

Il Lauretti arrossì alquanto e stette un po’ in silenzio: in quel rossore cattivo, in quel silenzio un po’ cupo Matteo sentì la sua condanna.