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La maestrina degli operai 97

mostrare un sincero rammarico. Questo le diede coraggio fino a minacciare qualcuno di espulsione perpetua; ma la sua voce gentile e tremola dava così poca forza a quelle minacce, che nessuno se ne diede per inteso. A un certo punto, a un’interruzione chiassosa del piccolo Maggia, s’alzò quella specie di bruto di suo zio, rabbioso come un giumento molestato, e gli mostrò il pugno enorme e gli occhi bianchi; ma la paura di quel pugno non lo racquetò che pochi minuti. Egli non faceva propriamente nulla da potere esser colto e scacciato; la maestra non riusciva mai a prenderlo sul fatto. Con una varietà e rapidità maravigliosa di gesti, di smorfie e di lazzi egli eccitava e disturbava vicini e lontani, facendo

De Amicis. 13