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avrebbe toccato nulla, ma il muoversi, il preparare per lui come se dovesse rientrare allegro e affamato come un pastore dal monte, acquietavano un po’ la sua pena e forse anche la sua coscienza.

Questa però ogni tanto si agitava con più angoscia: le stesse osservazioni del ragazzo «egli forse stanotte non ha dormito e perciò è così in collera», aumentavano la sua inquietudine.

E andava e veniva, e i suoi passi pesanti risonavano nelle stanzette silenziose; sentiva d’istinto che apparentemente tutto era finito, ma in verità tutto cominciava allora. Aveva inteso bene le parole di lui dall’altare: che bisognava svegliarsi presto, lavarsi e camminare. Camminare, camminare. Ed ella andava e veniva, su e giù, su e giù, dandosi l’illusione di camminare davvero. Rimise in ordine la camera di lui; ma lo specchio e gli odori, pure attraverso la convinzione che tutto oramai era finito, continuavano a irritarla e inquietarla.

La figura del suo Paulo, pallida e ri-