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Ed egli non voleva, non voleva più. Rimase fermo al suo posto e abbassò gli occhi per sfuggire allo sguardo di lei: quando tornò a sollevarli, ella non c’era più: scomparsa, ingoiata dal buio della sua casa silenziosa.

Dall’alto delle pareti gli occhi di vetro dei cervi e dei daini lo guardavano con tristezza ma anche con derisione. E in quel momento di attesa, solo nella grande stanza melanconica, egli sentì tutta la sua miseria e la sua umiliazione: gli sembrò di essere un ladro, peggio che un ladro, un ospite che ruba profittando della solitudine della casa amica.

E abbassò ancora gli occhi per sfuggire anche allo sguardo delle teste sul muro; ma non esitò un momento, e anche se il grido di morte della donna avesse riempito d’orrore il silenzio della casa, egli non si sarebbe più pentito di averla respinta.

Attese ancora qualche minuto. Nessuno compariva. E gli pareva d’essere in mezzo al mondo morto dei suoi sogni e dei suoi