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delle labbra, d’un color rosa grigiastro, ricordava ì petali appassiti delle rose: l’ovale del viso s’era allungato, gli zigomi si sporgevano sotto le occhiaie livide. In un solo giorno il dolore l’aveva invecchiata di vent’anni; ma qualche cosa d’infantile era ancora nell’espressione della bocca tremante sopra i denti stretti a rattenere il pianto, e nelle piccole mani di cui una, abbandonata dolente sulla stoffa scura del canapè, attirava quella di lui. Ed egli sentiva rabbia di non poterla riprendere, la piccola mano triste, e di riallacciare subito la catena rotta delle loro vite.

Ricordava le parole dell’indemoniato a Cristo:

— Che c’è tra me e te?

E ricominciò a parlarle stringendosi l’una con l’altra le mani come per impedir loro di riprendere quella dì lei; ma continuava a sentire il suono falso delle sue parole, e come quella mattina in chiesa e nel leggere il Vangelo e nel porgere il Viatico al vecchio cacciatore, sapeva di mentire.