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VII.

La costruzione della tavola.


Io lo so, cari bambini, quello che voi volete. Voi volete cenare all’aperto come tutti gli altri: e su la tavola volete un bel lume. Certo fa piacere in su l’ora del tramonto, quando i barchetti riposano sulla riva e le vele rance si accartocciano e dormono, fa piacere, volgendo lo sguardo all’intorno, osservare presso le casette — sparse lungo le dune — le piccole allegre mense. Dopo, si spegne la lampada del sole e si accende quella a petrolio o a gas acetilene. Poi v’è dove si balla, v’è dove, con le coperte del letto, improvvisano un teatro; e ce ne vuole, cari bambini, di consigli e di grida: «A letto, a letto, bambini!» Bisogna portarvi a letto che già siete addormentati. E dopo dieci ore di sonno profondo, voi scendete giù in cucina e trovate la tazza del latte, appena munto, e il cumulo delle fette di pane; e il mare che vi sorride nel sole e vi esorta di fare in fretta a mangiare e correre a lui: senza lavarvi, vero? perchè vi laverete nel mare. Ah, dolci cose e sempre bel-