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320 la guerra [1285]

Ma sforzato da’ bisogni o dalla sua propria natura, indi a poco raccese gli sdegni con la lega d’Aragona, richiedendo anzi tempo la moneta delle tasse: onde i collegati, spagnuoli quant’esso, adunavansi in arme, spregiavano i comandi del re, da sè trattavano col governador di Navarra e col papa. Più volte poscia, costretto dalla lega, ei con Alfonso erede del trono, ripromesse por fine agli abusi; più volte le promesse eluse. Tardi e male perciò l’aiutarono gli Aragonesi, nella guerra che fuor di loro confini in Catalogna si combattè1. E intanto alle discordie senz’armi si mescolavan turbamenti d’altra indole. Stigato da Francia, ribellossi don Giovanni Nuñez di Lara signore di Albarazzin, ma non ebbe seguito; tantochè quella città dopo lungo assedio s’arrese2. Entratovi il re, aduna quante forze ei può; passa l’Ebro; cavalca a sua volta terra di nimici; e tornane con molto bottino. Indi accomiatatosi con mal piglio dai collegati in Saragozza, sopraccorre a Barcellona, poco men che repubblica, ove macchinava pericolosi movimenti contro i nobili un Berengario Oller, popolano: e i seguaci di costui sperde Pietro con la riputazione del venir suo; dissimula con Berengario; il cattura egli stesso; e lo fa con altri sette impiccare per la gola il dì di Pasqua dell’ottantacinque3. Repente poi tolta con se picciola mano d’uomini d’arme, che non sapeano dove si andassero nè a che, valica i Pirenei; piomba su Perpignano, ov’era il re di Maiorca, già pronto a scoprirsi

  1. Surita, Ann. d’Aragona lib. 4, cap. 39, 40, 41, 45, 54, 58, 63.
  2. D’Esclot, cap. 117 e 118 Surita, Ann. d’Aragona, lib. 4, cap. 44 e 46.
  3. D’Esclot, cap. 130, 132, 133. Bart. de Neocastro, cap. 91. Surita, Ann. d’Aragona, lib. 4, cap. 53 a 55. Montaner, cap. 111, riferisce solamente la scorreria degli Aragonesi in Navarra. In tutti gli altri fatti che gli parean disonorevoli al re, o tace o mentisce.