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sforzato da’ tempi a moderare in Puglia la dura dominazione, gli rifuggì l’animo superbo dal farlo con le mani sue proprie. Pertanto, creato vicario generale del regno il principe di Salerno, unico figliuol suo, per nome anche Carlo, e da vizio della persona detto lo zoppo, comandò da Reggio il dodici gennaio milledugento ottantatrè ai magistrati e officiali, che a costui ubbidissero come alla persona sua stessa1. Altresì gli commetteva lo esercito2. Ma pria per consiglio de’ conti di Alençon, Artois, Borgogna, Squillace, Acerra, Catanzaro, mutò la linea di difesa dalla riva del Tirreno al corso del Metauro; o perchè i nostri tenendo il mare e i boschi di Solano affamavan tutta la estrema punta delle Calabrie3, o perchè ei pensò adescarli tant’oltre, che in mezzo ai suoi formidabili cavalli s’avviluppassero4. Perciò, abbandonata Reggio e i contorni, accampò il grosso delle genti nelle pianure di Santo Martino e di Terranova; e posò forti schiere in alcuna terra all’intorno. E pria che sgombrasse Reggio, i cittadini tanta finser nimistà coi Messinesi, e paura e incapacità a difender la terra senza presidio francese, che il re assentia si desser pure al nemico, se così portasse la fortuna, e non ne avrebber nota di fellonia. Com’ei volge le spalle, i Reggiani,

    • Questo diploma leggesi nel citato Elenco delle pergamene del r. archivio di Napoli, tom. I, pag. 248.
    • Montaner, cap. 73.
    • D’Esclot, cap. 100.
    • Saba Malaspina, cont., pag. 395.
  1. Bart. de Neocastro, cap. 54. Questi porta la partenza di re Carlo a 2 novembre, ch’è manifesto errore secondo gli allegati diplomi. Pur non è da toglier fede nelle altre cose al Neocastro, il quale, come in paese nemico, potea ben errare in qualche particolare, e conoscere appieno gli altri fatti.
  2. Bart. de Neocastro, cap. 57.

    Saba Malaspina, cont., pag. 391. Il consiglio dei principi e capitani nominati di sopra, si scorge dal diploma citato qui innanzi a pag. 213, al proposito del conte d’Alençon.
  3. Nic. Speciale, lib. 1, cap. 21.