Pagina:La giunta romana ed il comizio popolare del 22 settembre 1870.pdf/9





Non sarò certo accusato d’intemperanza, se calmatisi ormai gli animi, ed entrata Roma nello stato comune a tutte le città sorelle del Regno d’Italia, io venga oggi a rettificare alcuni fatti accaduti nei primi giorni del fortunato risorgimento di Roma, i quali o rimarrebbero inesplicabili o sarebbero definitivamente giudicati colla stregua delle solite calunnie dei partiti politici.

Sono mosso a fare questa pubblicazione coll’animo il più pacato, non solo per amore della verità, che nel pervertimento morale di oggi giorno, frutto della corruzione dei governi e delle consorterie, sarebbe stretto dovere per ogni cittadino di far palese tutta intera, checchè ne possa avvenire; ma pei riguardi ch’io debbo ai miei concittadini ed amici politici di Roma, i quali mettendo da un lato, dietro le vivissime mie raccomandazioni, le private loro convinzioni, accondiscesero di buon grado a dar mano alla cosa pubblica. Questi mi furono larghi della loro fiducia, volendo ch’io assumessi il difficile ed ingrato incarico di concretare — d’accordo coi due gruppi politici che si erano costituiti — la formazione di una lista di nomi i quali avrebbero dovuto formare la Giunta — politica o municipale che si voglia chiamare — di Roma. Queste due potentissime ragioni mi hanno fatto vincere la naturale ritrosia d’imprendere questa pubblicazione, nella quale io sono per necessità costretto di dire qualche