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e chiamati gl’ingegneri, raccomandò loro di non badare a spese, soprattutto per la gettata della scogliera, perchè, qualche centinaio di ducati spesi di più ora, varranno — egli disse — a non farne spendere quattrocentomila in seguito„ . Durante la visita, un legno inglese, ancorato nel porto, faceva le salve di uso, alle quali rispondevano i legni della regia marina. Dopo la visita al porto, in quel giorno stesso, nel pomeriggio, il duca di Calabria, il conte di Trani e il conte di Caserta andarono a Oapurso, a visitare il santuario della Madonna del Pozzo, e alle cinque rientrarono a palazzo. La Regina in quei giorni acquistò a Bari molti oggetti di porcellana e di cristallo, candelabri ed altro, esprimendo la sua maraviglia di trovare in provincia cosi belle cose e destinandole in regali, o in addobbi del palazzo.

In tre giorni dall’arrivo a Bari, non si era verificato alcun miglioramento nella salute di Ferdinando II. I medici lo consigliavano, anzi lo pregavano che non partisse, e neppure lui ne aveva desiderio e forza. Ma, non essendo più possibile ritardare la venuta della duchessa di Calabria, il Re, nel giorno 30 gennaio, fece noto quanto si era stabilito con gli arciduchi a Lecce, che cioè la sposa, non più a Manfredonia, ma a Bari sarebbe sbarcata. E poichè gli ufficiali di marina avevano consigliato di preferire il nuovo porto al vecchio, potendo in quello meglio approssimarsi alla banchina i grossi bastimenti a vapore, furono cominciati nel nuovo porto i lavori. Ma poi si mutò avviso, e fu scelto il vecchio porto, dove si sarebbe costruito un ponte dal lido sino a raggiungere la profondità di un metro, necessaria alle imbarcazioni: ponte che sarebbe cominciato in fondo al grande Corso; e in tal modo Maria Sofia, arrivando, avrebbe ricevuto buona impressione della città.


Stabilito così lo sbarco ne venne dato avviso ufficiale a Vienna, a Trieste, a Napoli e a Bari, dove il Re fece sospendere le feste, sino all’arrivo di Maria Sofia e ordinò, che tutte le spese per il mantenimento della Corte a Bari fossero sostenute dalla Casa Reale, ma amministrate dalla commissione per le feste, la quale divise le varie competenze tra i suoi componenti e assunse il governo interno del palazzo, cercando di mettere un po’ d’ordine nella confusione magna dei primi giorni.

I preparativi per ricevere la sposa e per allestire gli alloggi dei