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borbonico. Avendo acquistata una casa a Mergellina, che dipinse in rosso, ispirò al D’Urso il noto epigramma:

Arrossisco fino ai tetti
d’esser casa di Marietti.

Personaggio importante della vita balneare di quel tempo era Giuseppe de Meo, detto Don Peppino lo Speziale, percbè aveva una spezieria manuale1 a Santa Maria in Portico, a Chiaja. Era il più forte nuotatore e cacciatore che si conoscesse; maestro di nuoto di tutta la gioventù aristocratica napoletana, era l’anima dei bagni di Manetti e, legato com’era co’ pezzi grossi, la faceva da bravo coi deboli.

Dopo i bagni si andava in villeggiatura e fuori il Regno vi andavano naturalmente i più ricchi. La moda in quegli anni fu di passare l’autunno in Brianza o sul lago di Como, e nel 1858 a Venezia. I giornali erano entusiasti di questa città, ne ricordavano le prische grandezze, lodavano la cortesia degli abitanti e la bellezza delle donne. Furono organizzate anche gite speciali, sbarcando a Genova o a Livorno. L’autunno del 1858 fu uno dei più eleganti. I vestiti di gala sparirono, perchè ritenuti di cattivo gusto. Non si vedevano che abiti, detti di confidenza, da viaggio o da campagna. Ampie casacche di piquet bianco a fiorellini, bournous, alla scozzeze; e vestiti di mussolo color pisello, oppure di stoffa grigia, guarniti di taffettà o di velluto. Tornò in vita per la campagna il genere rococò: gonnelle rialzate sopra sottogonne a colori; stivaletti e scarpe a talloni, che molte signore non potevano tollerare, perchè riuscivano loro stranamente incomode nel cammino, ma che erano in perfetta armonia con la crinolina. In campagna era molto chic per le signore portare di mattino uno scialle bianco di reticella ricamata, e di sera scialli di pizzo bianco. I cappelli erano di crèpe, di tulle, di tarlatà, con pizzi e blonde fra cui s’intrecciavano fiori, specialmente viole. I cappelli di paglia per la campagna si guarnivano di fiori, di frutta, di penne di airone o di gallo, ma soprattutto di spighe. Si ornavano pure di velluto o di nastri di taffettà a mille righe. L’ampio cap-

  1. Pasticceria.