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dubbio la toga pervertita è la più industre adulatrice dell’assolutismo ed in questi Stati essa si è in cosiffatta guisa confusa colla Polizia, che è assai difficile il discernere dove abbian principio e termine le attribuzioni dell’una e dell’altra.


Napoli, 29 decembre 1856.


Lo stato attuale delle cose in questo paese non rappresenta novità alcune degne d’esser rammentate a V. E. Il Governo continua a batter sempre la stessa strada, nè vi è indizio che accenni a mutazione di sorta.

Si è costituita una commissione di scrutinio pei soldati e bassi uffiziali dell’esercito. La medesima è composta del Prefetto di Polizia, del Commissario de Spagnolis, già ritornato di Calabria, del capitano Umbelly, (?) del Maggiore Dupuis e dal Segretario generale della Prefettura sig. Silvestri. Il nome solo di queste persone che tutte sono note per il loro ardente sanfedismo, basta ampiamente ad indicare quale sarà il carattere e lo spirito di questo scrutinio. L’armata è dolente per questa misura di sfiducia, con cui il Re la colpisce nel suo onore e ne’ suoi sentimenti di lealtà. Questa circostanza raddoppierà il malcontento che serpeggia nella medesima e parmi di poter credere che il Re, al momento del bisogno, non troverà quell’armata che nel terribile 15 maggio si battè contro il popolo per rovesciare la giurata Costituzione.


Confidenziale riservata.

Napoli, 29 decembre 1856.


Coi miei precedenti rapporti io ebbi l’onore di parteciparle che tutti i Ministri esteri residenti in questa capitale, all’infuori di quei di America, Svezia e Sardegna, eransi recati dietro ordine ricevuto per telegrafo elettrico dai loro Governi presso S. M. Siciliana, onde esprimergli, in nome delle loro Corti, i sentimenti di indignazione, da cui eran state comprese all’annunzio dell’orrendo attentato e le loro felicitazioni per lo scampato pericolo.

A complemento di questi ragguagli, oggi debbo parimente informare V. E. che i Ministri di Prussia, Spagna e Belgio presentarono a S. M. le lettere, con che i Sovrani delle Nazioni predette di loro proprio pugno esternavano al Re di Napoli i sentimenti sorti nel loro animo all’annunzio dell’attentato; e so di buona fonte che il Ministro Russo attende di giorno in giorno un simile autografo dall’Imperatore Alessandro con l’incarico di rimetterlo a S. M.

L’Austria e la Toscana inviarono già decorazioni al colonnello La Tour e da Spagna e Russia già vennero annunziate.

In presenza di un tale stato di cosa, mi corre l’obbligo di rassegnare confidenzialmente a V. E. che in Napoli, sia sui membri del