Pagina:La fine di un regno, parte III, 1909.djvu/31


— 21 —

aveva richiamato l’attenzione reale, chiese al Re un congruo sussidio.

“Nella stessa udienza reale fu pure dimandato che l’ospedale di Maratea — dichiarato già distrettuale nel 1881 con 6 letti giornalieri, oltre gli straordinari — fosse stato traslocato a Lagonegro come capoluogo, ma il Re tenne duro, e: Non è lecito disse, spogliare un altare per vestirne un altro; ed al sindaco funzionante Cascini, che insisteva su questo argomento, rispose scherzosamente: Pittò va pitta!...

“Durante tutto il ricevimento, fece poca gradita impressione agli intervenuti il contegno distratto e indifferente del quindicenne Principe ereditario Francesco, il quale si divertiva a far roteare sul suo piede la sciabola, che gli cingeva il fianco, sicchè pareva bene appropriato il nomignolo, che gli dava il padre, di Lasa o Lasagna, che pare alludesse alla timidezza ed alla insipienza di lui.

“Dopo i ricevimenti, il principe Francesco, montato a cavallo, passò in rivista l’esercito che era allineato su due file nella piazza e che poscia prosegui la marcia per la strada delle Calabrie. Il Re assistò dal balcone della Sotto-intendenza allo sfilamento delle truppe, e quando passarono i Cacciatori reali, gridò in tuono marziale: Cacciatori reali, pochi, ma buoni! Questi risposero con sonore acclamazioni ed evviva.

“Ad ogni cittadino era accordato libero accesso fino al Re, sicchè molti gli sì presentarono per chiedere grazie ed elemosine, che furono accordate direttamente su larga scala. A) padre Alfonso, suo amico personale, il Re accordò un lauto sussidio pel ristauro del convento di S. Francesco, e tutta la spesa per la costruzione della strada a gradini d’accesso sull’amena collina del Monastero. Altre somme furono lasciate all’arciprete per la distribuzione ai poveri del paese.

“Dopo un giorno di sosta, nel mattino del l° ottobre il Re col seguito proseguì il viaggio per Lauria e Castelluccio Inferiore, dove pernottò nel monastero dei Frati.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


“Ritornato il Re in Napoli dalle Calabrie per mare, le principali disposizioni, da lui date in occasione di quel viaggio, furono inserite nel Giornale Ufficiale del Regno, e fra esse è notevole questa che riguarda la città di Lagonegro: “S. M. dispose che in Lagonegro fosse richiamata un’antica fontana da lungo tempo essiccata,, — L’ordine era ben dato, ma le finanze del comune non consentivano alcuna spesa, sicchè il Decurionato nella seduta del 7 luglio 1858, si fe’ a supplicare la S. M. ad avere la degnazione che la spesa bisognevole per animare la fontana sia prelevata dai fondi del Real Tesoro.