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CAPITOLO XXIII

Sommario: La prima operazione chirurgica — Il re peggiora — Consulto con Lanza, Prudente e Palasciano — Prognostici di Lanza — Il segretista Manigrasso — I bollettini dei medici — Monsignor Gallo porta il viatico all’infermo — Scena commovente — Raccomandazioni di Ferdinando II ai fratelli e al figlio — Le notizie politiche — Un rapporto riservato di Gropello — La partenza del granduca di Toscana — Un episodio — I consigli al duca di Calabria — La ferita di Agesilao Milano — Il re e il dottor Capone — Il testamento e la fortuna privata del re — Confische non giustificabili Ferdinando II riceve l’olio santo — Discorre a stento — La commozione della famiglia reale — Le ultime parole del sovrano — La morte — Difficoltà della regina per l’imbalsamazione — È eseguita dal dottor Capone — Il Giornale Ufficiale — Il pittore Caldera e i suoi dipinti — L’atto di morte — Inesattezze degli scrittori legittimisti e liberali — Una vita di Ferdinando II — Leggende ed esagerazioni circa la morte di lui.


I chirurgi De Renzis e Trinchera convennero d’accordo coi medici curanti nella necessità di operare senza indugio. Allora chiamarono il Capone, e a lui, che era il più giovane, commisero di eseguire l’operazione nella regione posteriore della coscia, sul punto indicato dal Trinchera, il quale sperava di determinare così una più facile corrente di pus. Ma, eseguita l’incisione, non si trovò materia, e soffrendo l’infermo atroci dolori, si dovette sospendere, medicare la ferita e non fare altro per qualche giorno. Trinchera s’era sbagliato sul punto del taglio. E aumentando le sofferenze, e non potendo il re più tollerarle, decisero un secondo taglio, che il Capone eseguì felicemente, aprendo il femore. L’esito ne fu maravìglioso, perchè uscirono parecchie libbre di pus. L’operazione confermava la diagnosi, ma troppo tardi.