Pagina:La fine di un regno, parte I, 1909.djvu/480


— 458 —

vano a Lecce per informarsi della vera malattia di Ferdinando II, della quale erano pervenute notizie allarmanti alla Corte austriaca, e per fissare il giorno della partenza di Maria Sofia, la quale aspettava da più di una settimana a Vienna, col suo seguito.


Gli arciduchi la mattina del 24 sbarcarono dal vapore Elisabetta nel porto di Brindisi furono ricevuti dall’intendente. Partiti subito alla volta dì Lecce, vennero incontrati, a mezza strada, dai principi Francesco, Luigi e Alfonso; questi ultimi loro nipoti. Giunsero in Lecce a mezzogiorno e si recarono subito dal sovrano che li accolse con affetto. Questi si era levato, non aveva febbre e assistette al pranzo, conversando allegramente cogl’imperiali congiunti. Si stabilì di far barcare la sposa, non più a Manfredonia, ma a Bari, nei primi giorni di febbraio. Il re, partirebbe da Lecce, continuando il miglioramento, fra due o tre giorni e gli arciduchi promisero che si sarebbero trovati a Bari per l’arrivo della sposa, e per assistere alle nozze. La sera stessa ripartirono per Brindisi, che, impaziente di mostrare i magnifici preparativi fatti per il re, colse l’occasione del ritorno dei cognati di lui, per illuminare la marina. Sotto un padiglione, l’arcivescovo, il sottointendente e le autorità civili e militari attendevano gli arciduchi, i quali, accolti gli omaggi, fra le acclamazioni tornarono a bordo dell’Elisabetta, che salpò per Palermo e Napoli la notte stessa. Intanto l’annunzio della miglioria del re, telegrafato anche a Vienna, si diffuse per la città e le dimostrazioni di gioia ricominciarono. Sì volle cantare un Te Deum in duomo e s’invitò all’uopo papa Enrico Lupinacci, il miglior cantore ecclesiastico di Lecce; ma papa Enrico, buon liberale, nonostante le insistenze del Sozi Carafa, si finse infreddato e non volle cantare.1 Il re riprese gli affari dì governo; vietò al comune di Lecce di metter mano ad abbellimenti della città, per non aumentare i grani addizionali e promise una succursale del banco di Napoli, promessa non mantenuta.

La mattina del martedì, 26 gennaio, che era una bellissima giornata, Ferdinando II, sentendosi meglio, mostrò desiderio di uscire, ed avendo i medici acconsentito, usci infatti a piedi per la città, con tutta la famiglia. Li seguiva una folla sterminata e acclamante. Camminava lentamente ed era pallidis-

  1. Nel Leccese si dà ad ogni prete il titolo di papa.