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gnamento universitario era tradizionalmente formale, e lo divenne ancora di più dopo il 1848, per gli eccessi della polizia e le restrizioni del governo. All’Università si facevano gli esami pubblici, ma senza pubblico; e, andati in esilio Savarese, Pisanelli e De Sanctis, gli studii privati non rifiorirono che nel 1859, come sarà appresso notato, e fu l’ultima rifioritura.

Il numero degli studenti non arrivava al quinto di quello che è oggi, sebbene l’Università di Napoli fosse unica nei reali dominii di qua dal Faro. In quel tempo non vi era iscrizione, e perciò non è possibile una statistica esatta, ma solo approssimativa. Per gli anni 1852-53-54 ho potuto raccogliere le cifre degli studenti, che presero laurea o licenza nelle varie facoltà. Nel 1852 furono rilasciate 1022 cedole in belle lettere; nel 1853 1085, e 904 nel 1854. Negli stessi anni, nella facoltà di legge vi furono, complessivamente, 2433 fra lauree e licenze per notai; nella facoltà di medicina, 1927, fra lauree e licenze per levatrici e flebotomi; e nella facoltà di matematica 698, tra architetti e agrimensori, mentre le cedole di farmacia furono 692. Notevole è il confronto di queste cifre con quelle di oggi. Nè coloro che ottennero lauree, licenze e cedole frequentavano l’Università, poichè, non essendovi iscrizione obbligatoria, come ho detto, la frequenza ai corsi era perfettamente libera. L’insegnamento universitario fu negli ultimi anni, soprattutto per alcune materie, un beneficio semplice per molti professori che non facevano lezioni. Le tasse scolastiche erano minime, in confronto delle presenti, e si pagavano solo per la cedola e per la laurea; mentre se questa non era spedita, non si pagava niente.


A mantenere limitato il numero degli studenti contribuivano, oltre la difficoltà dei mezzi di comunicazione tra Napoli e le Provincie, le vessazioni della polizia, la quale, non contenta di seccarli in tutti i modi, ne ordinava, di tanto in tanto, lo sfratto per timori immaginarii. Erano anzi gli studenti una miniera per la bassa polizia, e le astuzie, alle quali ricorrevano per non essere molestati, meriterebbero una storia umoristica. Non esisteva alcuna garanzia per loro, quando non potevano disporre di danaro o d’influenze. Dovevano essere tutti provveduti della "carta di soggiorno„ che si rinnovava ogni mese, a libito della polizia, mercè regali e mancie, e dovevano essere