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— A Chartum vi andrò quando Fathma avrà dimenticato Abd-el-Kerim e che mi amerà. Se ve la conducessi prima sarebbe capace di tradirmi.

— Uhm! sarà difficile estirpare dal suo cuore l’amore che aveva pel tuo rivale. Queste arabe, quando amano, rimangono fedeli fino all’ultimo respiro.

— Ti ricordi quello che ho detto poco fa a mia sorella?

— A proposito di che?

— Le dissi che il tempo cicatrizza le ferite e che cicatrizzerà anche quella di Abd-el-Kerim. Così il tempo guarirà quella di Fathma. Non ho fretta, sono paziente e aspetterò che nel cuore di quell’almea si apra un’altra breccia.

— E se non s’aprisse?

— L’aprirò colla forza rispose Notis risolutamente. Ogni resistenza sarà vana dinanzi al mio amore che ormai è diventato gigantesco, impossibile a domarsi e più impossibile ad estinguersi.

— Sta bene; e tua sorella Elenka riescirà ad affascinare quell’arabo dell’inferno?

Il greco sospirò più volte, crollando il capo, e sul suo volto passò un’ombra malinconica.

— Ho paura che mia sorella non ritorni mai più dal Sudan, mormorò egli. Ho un brutto presentimento radicato fortemente nel cuore. Povera Elenka! Povera mia sorella!

— Nessuno può vedere tua sorella senza fremere, senza sentirsi toccare il cuore, disse lo sceicco. Se Abd-al-Kerim non l’ha dimenticata del tutto, ho la certezza che tornerà ad amarla.

— E credi tu che per questo sia salva? Il Sudan è tutto insorto e non dò un tallero di tutti gli Egiziani che hanno i pascià Hicks e Aladin. Il Mahdi è troppo possente per venire schiacciato.

— Tua sorella è forte, Notis, più forte di una delle nostre donne, anzi più forte di un beduino. Eppoi, non si uccide una donna bella come lo è lei. Sono sicuro che se i ribelli vincono gli Egiziani, la risparmieranno, forse per darla al Mahdi.