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suo esèrcito e di pose a modella, nuda su neri
lini, in mezzo a un cerchio di artisti moltiplicanti
nelle tele e nei marmi le friniche forme
e la lascivia di lei; e udimmo di quando, introdottasi
negli alberghi qual cameriera per le
nuove sposine, ne corrompeva i mariti, o in
panni maschili (che le si facèvano stupendamente)
scalava, nell’ora in cui la polizia dorme
e i ladri son svégli, le finestruole e la santità
dei seminaristi o sforzava i bordelli, dove la
notte prima, sotto un nome lupario, vi avèa allargato
le ingorde coscie, spadaccinando colle
pattuglie o schiaffeggiando e uccidendo in duello
chi osava mancarle mai di rispetto col rispettarla;
udimmo infine di idilli sulle montagne,
alternante adulteri fra i pastori e il lor gregge,
e di orge in riva ad un lago, nelle quali si baccheggiava
in cristalline oscenità e si tentava, fin
col sapore dei cibi (in fogge da disgraziarne Giulio
Romano e Pietro Aretino) che anche il palato
partecipasse ai peccati degli occhi, orge che finivano
poi in un maniaco tumulto, scagliandosi
tutto dalle terrazze nel lago, e vasellame ed arredi,
senza che la principesca prodigalità del conte di
Angera fosse qui accolta e salvata dalle reti sparagne
del Borromeo mercante. Ma un ducale
armellino può celare ogni infamia; ma la medesima
perversità è spesso, in una gran dama,
la principale attrattiva; ma la canaglia in frustagno,
ammessa a visitare le sale insudiciate
dalla canaglia in velluto ; allo Champagne rive-