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libro terzo 55

A nuove cure, nè per crescer d’anni
L’amor die pria la mosse in lei si scema.
100Non altrimenti a te saggio cultore
Sorgon cure novelle, ancorchè forti
Escan dal tronco noderosi rami.
Or se modo non serba il fusto eguale
Crescendo in arco, o in tale atto che spiaccia
105Sicchè dal divisato ordin si toglia,
Come allo steril olmo si accomanda
Con vincigli la vite, un dritto palo
Conficca in terra onde crescendo il segua
Dirittamente. Ancor che util nessuno
110Abbia, o che bello cresca o torto il tronco
Non ostante al piacer dell’occhio è duopo
Satisfar non pertanto; e come in core
Senti diletto contemplando i siti
Lussureggianti, ove parer più bella
115Fa la natura l’arte imitatrice
Ne’ bei giardini; di ginepri e lauri
Sorgon boschetti a cui rauche d’intorno
Rotte fra picciol’ sassi piangon l’onde
Che dalle rose pomici zampillano:
120Ivi tra i verdi cespi, e le foggiate
Mortelle, e fra le ajuole argutamente
Son vialetti di cernita sabbia;
Così al piacer dell’occhio anco fie duopo