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libro primo 19

Nasce il rovo pontuto, e il ramerino,
L’umile scopa, e il fragile legume
De’ sonanti bacellii, increscîose
465Tutte, e tutte nemiche al gentil germe
Vane sementi, e mill’altre cui troppo
Lungo sarebbe annoverarle appunto.
Ma più d’ogni altra si dirama e parte
La distorta gramigna, e la silvestre
470Edera che alle piante si avviticchia,
E le frondi sublime impiglia e rode.
D’ogni studio il primier sia la cultura
Del campo, e lo sgombrar ben d’ogn’intorno
Di ciò che naturalmente vi alligna
475In odio al gentil seme, che abborrisce
Aver compagne ne’ suoi solchi altr’erbe.
     Già de’ guazzosi tempi il verno oscuro
Si arrende a miglior dì, che il sol procede
Per l’etereo cammino; Amor ripiglia
480Suo dolce imperio nelle cose, e tutto
Di sua forza gentil pieno si move.
L’invitto zappator l’arme riprende,
E ritrova il suo campo; i nesti han loco
E l’innocchiar degli alberi, e fra tutti
485L’esperto vignajuol suda al governo
De’ tuoi nobili tralci, o buon Lieo.
Non altri giorni accompagnâr cred’io