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la capanna dello zio tom


Ciò avvenne pochi giorni dopo l’incidente di Rosa, mentre miss Ofelia stava facendo i preparativi per tornarsene nel Nord.

Riflettendo posatamente sopra se stessa, si avvisò di aver usato un linguaggio un po’ troppo caldo nel parlar con Maria; quindi risolvette di moderare accortamente il suo zelo, e d’essere conciliante quanto più poteva. Si levò da sedere, e dato di piglio alla sua calza, mosse verso la camera di Maria, disposta a far l’amabile, a trattare la causa di Tom con tutta la sapienza diplomatica di cui era capace.

Trovò Maria adagiata, al solito, su d’ampio seggiolone, sostenuta da un monte di guanciali, mentre Giovanna le stava spiegando innanzi diversi campioni di stoffe nere.

— «Questo mi converrebbe — disse Maria, scegliendone uno; — ma non so precisamente che possa servire per un compiuto corrotto.»

— «La vedova del generale Derbennon — disse prontamente Giovanna — ne portava uno, l’estate scorso, in tutto eguale; vi si deve confar benissimo.»

— «Che ve ne pare?» chiese Maria a miss Ofelia.

— «È affar di moda, suppongo — rispose miss Ofelia. — Voi potrete giudicarne meglio di me.»

— «Fatto sta — riprese Maria — che io non ho un abito da poter indossare; e siccome debbo levar casa e partire nell’entrante settimana, è pur necessario che mi decida.»

— «Partite così presto?»

— «Sì; il fratello di Saint-Clare mi ha scritto; egli e il mio avvocato opinano che convenga vender li schiavi con tutta la mobilia all’incanto, e quindi, alla prima occasione, anche la casa.»

— «Avrei bisogno di parlarvi d’un affare — disse miss Ofelia. — Agostino avea promesso la libertà a Tom, e cominciate a questo uopo le pratiche volute dalla legge. Spero che userete della vostra influenza per ultimarle.»

— «Oh non farò, certo, una tal cosa! — disse Maria con mal garbo. — Tom è uno dei migliori schiavi della casa; uno di quelli che saran meglio venduti. D’altronde, che bisogno ha egli di libertà? Non starebbe meglio che al presente.»

— «Ma la desidera ardentemente, e il padrone gliel’aveva promessa» riprese miss Ofelia.

— «Credo bene che la desideri — disse Maria; — la desiderano tutti, perchè sono incontentabili e braman sempre ciò che non hanno. Io sono contraria affatto ai principii di emancipazione. Finchè un negro è soggetto alla sorveglianza del padrone, si comporta onestamente; ma provate ad emanciparlo, e subito diventerà infingardo, bevone, insolente, un cat-