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la capanna dello zio tom


incoraggiarvi nel vostro proposito. Sì, figliuol mio, sono dolente per voi; è una trista posizione — trista davvero, ma l’apostolo dice: «lasciate che ciascun rimanga nel proprio stato.» Dobbiamo rassegnarci ai voleri della Provvidenza, Giorgio, non è vero?»

Giorgio gli stava innanzi, col capo lievemente inclinato addietro, le braccia incrocicchiate sul largo petto, il labbro composto ad un amaro sorriso.

— «Se gl’Indiani, signor Wilson, vi piombassero addosso, vi menassero prigioniero, lungi da vostra moglie, dai vostri figliuoli, e vi condannassero per tutta la vita a coltivare il loro frumento, vi credereste in obbligo di rimanere in quello stato? Credo che il primo cavallo in cui vi imbattereste per avventura, vi parrebbe un mezzo di scampo mandatovi dalla Providenza, non è vero?»

Il nostro vecchiotto rimase cogli occhi spalancati a questo esempio; ma, sebbene non fosse un ragionatore di prima forza, avea quel buon senso che molti logici non hanno in questo caso, di tacere, quando non si ha nulla di buono a rispondere. Laonde, mentre stava spianando attentamente ogni piega dell’ombrella, volgendola e ravvolgendola, si contentò proseguire le sue esortazioni battendo le generali.

— «Sapete, Giorgio, che io vi fui sempre amico; e ciò che posso aver detto, l’ho detto per vostro bene. Ora mi pare che voi, fuggendo, vi mettete a un bruto rischio. Non potete sperar salvezza; e se vi raggiungono, per voi sarà peggio che mai; schernito e mezzo morto dalle battiture vi trasporteranno all’in giù del fiume.»

— «Lo so benissimo, signor Wilson — disse Giorgio. — So il rischio che corro; ma....»

Aprendosi un po’ il corpetto, mostrò due pistole e un pugnale.

— «Son dunque pronto a riceverli proseguiva; — non andrò mai nel mezzogiorno. No, ad ogni evento, saprò procacciarmi almen sei piedi di terra libera — prima ed ultima cosa che io possa possedere nel Kentucky.»

— «Perchè, Giorgio? la vostra esaltazione è terribile! È un’impresa veramente disperata, Giorgio. Cimentarsi per tal modo a violar le leggi della vostra patria!»

— E di nuovo la mia patria! signor Wilson, voi avete una patria; ma che patria ho io mai; che patria può avere chiunque sia nato da madre schiava? Vi sono forse leggi per noi? Noi non le facciamo, non le sanciamo, non abbiamo a far nulla con esse; sono fatte per ischiacciarci, per avvilirci. Non udii forse i vostri discorsi il giorno 4 di luglio?1 Non ci venite a predicare, ogni anno, che i go-

  1. Il 4 luglio fu proclamata l’indipendenza degli Stati-Uniti.