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la capanna dello zio tom


        — «Come! quegli è Tom, lo schiavo di Shelby. Lo ha forse venduto?» domandò il fabbro.

— «Lo ha venduto» rispose Haley.

— «Davvero? — riprese il fabbro. — Chi l’avrebbe creduto! Non fa bisogno incatenarlo per tal modo; e l’uomo il più onesto, il più fedele.»

— «Sì, sì — disse Haley; — ma sono appunto i vostri bravi uomini di cui bisogna assicurarsi. Li stupidi, li infingardi, i bevoni si lasciano condurre ovunque sia, anzi ne provan gusto; ma questi, di prima qualità, abborrono, come il peccato, mutar padrone. Per assicurarsene, non vi è altro modo che di legarli: se lasciate ad essi le gambe libere, se ne approffitteran senza dubbio.»

— «Ma — soggiunse il fabbro, rovistando fra’ suoi strumenti — le vostre piantagioni del Sud non sono quelle dove gli schiavi del Kentucky abbian voglia di andare; vi muoiono in poco tempo, non è vero?»

— «Ne muoiono discretamente — rispose Haley; — sarà il clima od altra circostanza, ne muoiono quanto basta per tener vivo il commercio.»

— «Tuttavia è cosa compassionevole vedere un servo buono, fedele, tranquillo come Tom, andar laggiù a lasciar l’ossa tra quelle piantagioni di zucchero.»

— «La cosa può andar meglio per lui. Ho promesso di trattarlo bene. Lo porrò a servire con qualche onesta famiglia; e, se resiste alla febbre e al clima, avrà fatto quel bene che un negro può augurarsi.»

— «Lascia moglie e figliuoli, suppongo io.»

— «Sì; ma ne prenderà un’altra colà: Dio buono! vi è abbondanza di donne dappertutto!» disse Haley.

Mentre avea luogo questo colloquio, Tom stava seduto, triste, pensieroso, all’un dei lati della bottega. All’improvviso fu scosso dal calpestio concitato d’un cavallo che gli sopraggiungeva alle spalle; e prima che potesse riaversi dalla sorpresa, il padroncino Giorgio balzò di sella, gli cacciò, con grande affetto, le braccia al collo, si mise a piangere, e a fremere minacciosamente.

— «Oh giuro che questa è un’infamia! ah, lo ripeto a viso aperto; è una abbominevole vergogna! Se fossi un uomo fatto, non userebbero così certamente!» esclamò Giorgio con un fremito quasi ferino.

— «O padroncino Giorgio! ciò mi fa bene! — disse Tom. — Mi dolea troppo il partire senza vedervi! Ah, questo mi fa veramente bene, ve ne assicuro!»