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mentre Guglielmo per opera de’ suoi fratelli e l’appoggio di Arduino1 (an. 1005) fondava e compieva (an. 1009) l’Abbazia di S. Benigno di Fruttuaria nel Canavese, ricordando i vincoli che lo univano all’Isola di S. Giulio dove egli era nato nel 9622, doveva volentieri assecondare i disegni del suo signore, soddisfacendo in pari tempo ai moti del suo cuore.

Che l’influenza clunicense in quella regione esistesse e si mantenesse a lungo lo prova la donazione di beni in Valsesia ed a Castelletto Ticino fatta dal conte Guido (di Biandrate) nel 1083 a detta Abbazia3, e l’esistenza a Castelletto di una casa di quell’ordine, come da supplica di Oberto conte e Ardizzone castellano di Castelletto all’Abate di Cluny nel 10954; una carta posteriore rivela pure la continuata residenza nella regione di casati Canavesani5.

Questi rapporti storici e stilistici, queste concomitanze mi inducono a pensare che l’opera di Guglielmo da Volpiano non sia certamente stata estranea alla costruzione del campanile di S. Giulio, e che il celebre Abate che molti vogliono abbia introdotta e volgarizzata l’arte lombarda in Francia, vi abbia direttamente od indirettamente avuto mano.

E questo costituirebbe un buon argomento a favore della tesi di coloro6 che vogliono assegnare all’Abate Guglielmo una parte importantissima nella storia dell’architettura lombarda, e contro l’opinione di


  1. Terraneo, Tabulario, Tom. II, p. LXX; Provana, Op. cit.
  2. Mabillon, Op. cit.
  3. Muratori, Annali, tom. VIII.
  4. Gabotto ed altri, Carte dell’Archivio Capitolare di S. Maria di Novara.
  5. Morandi, Op. cit.
  6. Cordero di S. Quintino; C. Boggio (Op. cit.); Rivoira (Op. cit.); Enlart; A. Kingsley Porter (Lombard Architecture, vol. I, p. 156).