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libro secondo 99

     S’aggiugne a ciò, che con piacevol senso
525Ne delizian la lingua il latte e il miele;
Ma il tetro assenzio ed il centauro fiero
Fan co ’l sozzo sapor torcer la bocca;
528Sì che facile è ben che tu conosca,
Che quei cibi, che posson dolcemente
Il senso titillar, di tondi e lievi
531Corpuscoli son fatti, e quei per contro,
Che ne sembrano al gusto aspri ed amari,
Quei tra lor stretti e più uncinati sono,
534E però avvien, che, a’ nostri sensi a forza
Spianandosi una via, soglion dirompere,
Con l’entrata che fanno, i corpi avversi.
     537Tutte, in breve, le cose a’ sensi grate
Nemiche son di quelle ingrate al tatto,
Pe’ dissimili corpi onde son fatte:
540Perchè pensar non dèi, che parimenti
Siano lisci i corpuscoli che formano
L’aspro orror fier de la stridula sega,
543E quei che sotto a le volanti dita
D’esperto sonator destansi, e dolci
Sovra le corde melodie figurano;
546Nè in simil forma stimerai che passino
Gli atomi per le nari e allor che bruciano
I cadaveri tetri e allor che sparsa
549La nova scena è di cilicio croco,
E di odori panchèi fuma l’altare;