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54 la natura

816Primo Eraclito, uom chiaro in fra gli sciocchi
Per oscuro sermon più che tra’ Greci
Spiriti gravi che desíano il vero:
819Chè più ammirare e amar soglion li stolidi
Ciò che trovano avvolto in frasi ambigue,
E verità soltanto quelle estimano,
822Che diano a’ loro orecchi alcun solletico,
E un grazïoso tintinnío producano.
Chè, se dal solo e puro foco tutte
825Fosser create, come mai, domando,
Possono sí diverse esser le cose?
Però che nulla giovería, che il foco
828In suo caldo or si addensi, or si diradi,
Se le parti del foco avesser tutte
Del foco intero la sostanza istessa:
831Già che più vivo ne le parti unite,
E ne le parti discongiunte e sparse
Più languido saría quindi il calore:
834Nulla oltre a questo, penserai che possa
Da sí fatte cagioni esser prodotto,
Nè che possa da fuochi o densi o rari
837Tanta esser mai varïetà di cose.
Saría d’uopo, oltre ciò, perchè addensarsi
O radi rimaner possano i fochi,
840Ammetter, che ne’ corpi è misto il vuoto
Ma perchè avverse molte cose mirano,
E il puro vuoto da l’ammetter fuggono,