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libro primo 49

681Chè senza il vuoto, non potrebbe, è chiaro,
Esser mai cosa alcuna urtata e infranta,
Nè tagliata nel mezzo, o in due divisa,
684Nè umor capire o insinuabil freddo,
Nè fuoco penetral che tutto strugge.
E più vuoto ogni corpo in sè contiene,
687Più da codeste cause è oppresso e vinto.
Se son solidi adunque e senza vuoto,
Così come t’ho detto, i corpi primi,
690È pur necessità che siano eterni.
Più, se non fosse la materia eterna,
Già saría tutto a pien tornato al nulla,
693Già dal nulla saría tutto rinato;
Ma più sopra insegnai, che niuna cosa
Crear dal nulla o al nulla trar si puote;
696Deggion dunque i principj esser d’eterna
Tempra, in cui tutte alfin supremamente
Si dissolvan le cose, e per cui possa
699Supplire una materia atta a rifarle.
I principj però solidi sono
In lor semplicità; nè in altra guisa
702A traverso l’età, da tempo immenso
Potrían serbarsi e rinnovar le cose.
     Se la Natura, infin, termine alcuno
705Mai non ponesse al franger de le cose,
A tal ridotti omai co ’l franger tanto
Ne le trascorse età saríano i corpi

4 — Rapisardi: Lucrezio.