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libro sesto 397

Gli arti, e su su da’ piedi a poco a poco
Un gran freddo salía; quindi a l’estremo
1599Punto le nari si facean compresse,
Sottil sottile il fil del naso, gli occhi
Infossati, le tempia cave, rigida,
1602Scabra la pelle, ringhiosa la bocca
Orrida, e tesa intumidía la fronte.
Nè molto poi con arti irrigiditi
1605Ne la morte giacean: presso a l’ottavo
Del Sol candido lume, od a la nona
Chiara lampa del dì rendean la vita.
1608E se alcuno di loro unqua a fatica
Da la morte campasse, ei pur da orrende
Ulceri e da proluvie atra di ventre
1611Moría poscia consunto, o ver con grave
Spasimo al capo assai putrido sangue
Spesso mettea da l’intasate nari,
1614Onde fluía con la vital sostanza
Ogni sua forza. E cui del sangue tetro
L’acre efflusso sfuggía quindi ne’ nervi
1617E negli arti iva il morbo e negli stessi
Genitali del corpo; onde taluni,
Per grave tema di morir, dal ferro
1620Evirati viveano, altri pur senza
E mani e piedi rimaneano in vita,
Altri gli occhi perdean: fino a tal segno
1623Fiero di morte gli assalía spavento!