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libro sesto 391

Le venature sue fender si ponno,
Che la taurina còlla i nodi allenti.
1437Mescer si ponno de la vite i succhi
Con l’acqua de le fonti, ove la crassa
Pece unirsi co ’l lieve olio non puote.
1440Il purpureo color de la conchiglia
Con la lana s’incorpora in tal forma
Che non ne puote affatto esser diviso,
1443Non se co ’l flutto di Nettun ti adopri
A rinnovarla, non se tutto il mare
Con tutte l’onde risciacquar la voglia.
1446E una cosa non v’è che può soltanto
Legar l’oro con l’oro? E il rame al rame
Non può dal bianco piombo esser congiunto?
1449E quante mai trovar simili cose
Potrei! Ma che però? Nè in modo alcuno
Mestieri hai tu di tante lunghe ambagi,
1452Nè a me sprecar convien tanta fatica,
Ma chiuder molto in pochi brevi accenti
È partito miglior. Tutti quei corpi,
1455Che rispondenti in guisa han le testure,
Che negl’incontri loro il cavo e il pieno
Questo con quello e quel con questo adattano,
1458Compongono tra loro ottima lega.
Certe cose vi ha pur che fra di loro
Possono complicarsi e star congiunte
1461Come, per così dire, ami ed anelli: