1857Di bella varietà ridere i colti,
Di dolci poma intramezzati e adorni,
E chiusa di felici arbori in giro. 1860[L’imitar poi le armonïose voci
Degli uccelletti usò già molto innanzi
Che si sapesse concertar soavi 1863Numeri in coro ed allettar le orecchie.
E i sibili del Zefiro spiranti
Tra’ bugj tronchi de le canne istrussero 1866I contadini ad animar le pive.
Impararono quindi a poco a poco
Le querele dolcissime, che versa 1869Il tasteggiato con maestre dita
Flauto sonoro, che s’udía fra’ boschi
E le selve inaccesse e le foreste 1872E i solitarj alberghi de’ pastori
In mezzo a una divina, alta quïete.
Questo allettava e raddolcía le menti 1875Di quegli antichi allor ch’eran satolli,
Chè solo allor ne stanno i carmi a core.
E così spesso in tra di lor sdrajati 1878Su le molli gramigne, appo un ruscello,
Sotto i rami di eccelsa arbore, a’ corpi
Senza spender gran che davan sollazzo, 1881Massime quando il tempo era ridente,
E vagamente le stagion de l’anno
Pingean di fior le verdeggianti erbette.