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libro quinto 329

1803Rinfierir si vedean ne la battaglia
Per le grida, le fughe, le ferite,
Il tumulto, il terror; nè alcun di loro
1806Più ricondotto esser potea, ma tutte
Fuggivano qua e là le varie belve,
Come sovente ancor volgono in fuga
1809Mal percossi dal ferro i buoi lucani,
Poi ch’a molti de’ lor dieron la morte.
Così certo avvenía; ma a stento io credo,
1812Che non fossero prima atti a vedere
E a presentir, quanto avvenir dovesse
Da tal oprar comune obbrobrio e danno;
1815Ma far così forse volean, non tanto
Perchè speranza di vittoria avessero,
Quanto per dar da gemere al nemico
1818Ed anch’essi morir, quando nel numero
Non avean fede e scarsi erano d’armi.
     Di nessil veste pria, poi di tessuto
1821Manto l’uom si coprì: nacque il tessuto
Dopo del ferro, perocchè co ’l ferro
Si prepara la tela, e in altra guisa
1824Non si potríano far sì lisce spole
E subbj e fusa e pettini sonanti.
E la Natura a lavorar la lana
1827Pria l’uom costrinse, indi il muliebre sesso:
Perchè il sesso viril di lunga mano
Più prestante è ne l’arte e più solerte;