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libro quinto 287

Porta, e con sempre uguale impeto corre.
672E che fluïr con moderata forza
E con un moto egual l’etere possa,
Ce ’l mostra il Ponto, un mar che sempre ondeggia
675Con flusso inalterabile, e conserva
Sempre un tenor ne le maree costante.
     [Or qual sia la cagion de’ siderali
678Moti cantiam. S’è ver che volga in giro
Il vasto orbe del cielo, e’ dir conviene
[M.]Che una gran massa d’aria i poli prema,
681E quinci e quindi li contenga e chiuda;
Poi, che un’altra corrente alto discorra,
E spinga per quel verso, onde nel cielo
684Volgon gli scintillanti astri, o che un’altra
Spiri di sotto per contraria parte
Al rotare del ciel, come si vede
687Che i fiumi fan girar bindoli e ruote.
È possibile ancor, che immobil sia
Tutto il ciel, mentre pur movano in giro
690I suoi lucidi segni: o perchè inqueta,
Calda, eterea sostanza essi racchiudono,
Che cercando una via li aggira in turbine,
693Sì che del ciel pe’ templi immensurati
Volvano qua e là gli orbi di foco;
O perchè fuor da qualch’estranea parte
696Altra aerea corrente i fochi aggira;
O perchè scorrer là possono, dove