405La luce lor di rischiarar non lascia:
Tanto la fiamma lor celeremente
Con sempre nuovo scaturir di lume 408Del lume che perisce il danno asconde.
Stimar devi però, che il Sol, la luna
E le stelle così vibran la luce, 411Sempre emettendo nuovi raggi, e sempre
Perdendo i primi; a ciò che tu non creda
Ch’abbian quei corpi invïolabil vita. 414Non vedi pur, che i sassi anco son vinti
Da l’età? che le torri alte ruinano,
Si sfracellan le rocce, ed i delubri 417E i simulacri degli Dei scoscendonsi
Sotto il peso degli anni, e i santi Numi
Scostar del fato i termini non ponno, 420Ed a le leggi di Natura opporsi?
Distrutti insomma non vediam degli uomini
Gl’incliti monumenti, a cui tu credi 423Che sia del tutto l’invecchiar vietato,
E ruïnar dal vertice de’ monti
Massi divelti, nè durar d’un certo 426Corso di tempo a la gran forza immoti?
Però che in vero non cadrían divelti
Subitamente, ove da tempo immenso 429Potesser tutti, d’ogni guasto immuni,
Tollerar de’ gravosi anni i tormenti.