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libro quinto 275

351Che la terra è di tutto e madre e tomba,
Si logora essa dunque, e si rintegra.
     Non è del resto alcun mestier di detti
354Per dimostrar che il mare, i fonti, i fiumi
Abbondan sempre di novello umore,
Ed emanano sempre umor perenne:
357Il gran corso de l’acque ovunque il mostra.
Poichè di ciò, che pria da l’acqua è tolto,
E fa che l’umor suo troppo non cresca,
360Parte è sottratta da’ gagliardi venti,
Che scemano spazzando il pian del mare,
E de l’etereo sole a’ rai si evapora;
363Parte sotto la terra entra e si sparge.
Ivi il sale depone e scorre a dietro
De l’umor la materia, ed a la testa
366De’ fiumi tutta confluïsce; in dolce
Corrente sopra terra indi ritorna,
Dove una volta, dischiudendo un letto
369Co ’l suo liquido piè l'onde travolse.
     Or de l’aria dirò, che ad ogn’istante
Innumerabilmente il corpo muta;
372Però che quanto esala ognor da’ corpi,
De l’aria nel gran mar tutto sen vola;
E s’ei per contro, a ristorar quel tanto,
375Che scorre da le cose, altri non dèsse
Corpi in ricambio, già saríano tutte
Sciolte non sol, ma in aria pur converse.