Pagina:La Natura.djvu/258

258 la natura

1662Le meretrici, e perchè spesso gravide
E puerpere in letto esse non restino,
E perchè insiem dei lor drudi la venere
1665Più gradita riesca: il che, si vede,
Non esser d’uopo a le consorti nostre.
     Nè per voler di Numi o per saette
1668Di Venere talvolta avvien che s’ami
Una donnuccia di deforme aspetto;
Imperocchè con l’opre e con gli onesti
1671Modi e il culto del corpo e la nettezza
Ella talor fa sì, che agevolmente
A trar ci avvezzi insiem con lei la vita.
1674Il conversar, del resto, amor produce;
Cosa battuta con assidui colpi,
Sebben leggieri, alfin cede e rovina:
1677Non vedi tu, che le cadenti stille
De l’acqua a lungo andar forano i sassi?