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libro primo 25

Sempre adornare ed inalzar ti piacque.
36Però, meglio che mai, diva, consenti
Una grazia immortale a’ detti miei,
E fa’ che in terra e in mar taccian fra tanto
39Gli aspri studj de l’armi alfin sopiti,
Quando sola tu puoi giovar di cheta
Pace i mortali, e Marte armipossente
42Le fiere de la guerra arti governa,
Ei che spesso nel tuo grembo riposa
Da l’eterno d’amor dardo ferito,
45E abbandonando stupefatto indietro
La bella testa con bocca anelante
In te pasce d’amor gli avidi sguardi
48Resupino così, che tutto, o diva,
Pende da le tue labbra il suo respiro.
Deh! tu mentre col corpo intemerato
51Circonfondi sovrana il dio giacente,
Sciogli dal labbro il dir suave, e pace
Placida pe’ Romani, inclita, chiedi:
54Chè attender non turbato io non potrei
Fra’ turbamenti de la patria a l’opra,
Nè di Memmio mancar potría la chiara
57Stirpe in tal uopo a la comun salute.

Porgi del resto a la dottrina vera
Sgombre orecchie, alma accorta e cor securo,