A stento emana: e che qualunque odore 882Da l’imo de le cose esali e parta
Il mostra ciò: che infranti o triti od arsi
Mandano i corpi ognor più vivo olezzo. 885Convien poscia osservar, che de la voce
Ha d’avere l’odor semi più grossi,
Già ch’ei non vale a penetrar quei muri, 888Per cui la voce e il suon varcan sovente.
Vedrai però, che non è facil tanto
Il loco rintracciar dove sia posto 891Ciò che odori, perchè l’onda ch’ei vibra,
Indugiando per l’aure, a poco a poco
Si raffredda, e così l’odor non giunge 894Caldo indicio de’ corpi al nostro olfato:
Spesso i cani così perdon le tracce.
[Nè de l’odore e del sapor soltanto 897Questo ch’ò detto avvien, ma parimenti
Non già tutti i color’ le forme tutte
Si acconciano così di tutti al senso, 900Ch’un più d’un altro aspro a veder non sia.
Tal che star fermo e sostenener la vista
Del gallo, uso a scacciar l’ombre con l’ali 903E chiamar l’alba con sonora voce,
Non può il fiero leon; ma tosto in fuga
Volgesi: a punto perchè certi semi 906Hanno i galli nel corpo, i quali, entrando
Negli occhi del leon, sì fattamente