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libro quarto 205

234E fra l’eteree nubi Austro disperde.
Convien prima osservar, che assai sovente
Celere è ciò che di minuti e lisci
237Semi è composto: tali son la luce
E il calore del Sol, però che, fatti
Di minuti principj, in fra di loro
240Battonsi quasi, e traversar non temono
Gli aerei spazj, l’un l’altro a vicenda
Da l’urto del seguente atomo spinti:
243Sì che supplita sia luce da luce
Subitamente, e come stimolato
Senza interruzïon dal lume il lume.
246Necessario è però, che i simulacri
Indicibili spazj in un sol punto
Nel modo istesso a traversar sien atti,
249E perchè basta un lieve impulso a tergo
Per trasportarli e spingerli lontano,
E perchè rara è sì la lor testura,
252Che qual si voglia corpo agevolmente
Possono penetrar, trapelar quasi
Per gli spazj de l’aria. Ed oltre a questo;
255Se i minuti corpuscoli, che vibrano
Da le profonde visceri le cose,
Come la luce ed il calor del Sole,
258Scorrer vediamo in un balen, per tutta
La distesa del ciel spargersi, a volo
Passare i flutti ed inondar le terre,