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libro terzo 163

630Or, ciò che soffre turbamento e intoppo,
Vuol dir, che s’entro a lui penetri alquanto
Una forza maggior, convien, che privo
633De la vita futura esso perisca.
Anzi, sovente avvien sotto a’ nostr’occhi,
Che da subito morbo altri assalito,
636Qual da fulmin percosso, a terra piomba,
Bava fuor mette da la bocca, geme,
Trema per tutte le membra, vaneggia,
639Distende i nervi, contorcesi, anela
Disugualmente, ed il corpo affatica
Dibattendosi. E sì, perchè la forza
642Del mal, diffusa per le membra, tutte
Le turba, e, come se volesse l’anima
Fuori cacciar, spumeggia, a par del salso
645Pelago, allor ch’a’ fieri euri gagliardi
Gorgogliando le irate onde ribollono.
Poscia dal petto il gemito si esprime,
648Perchè le membra dal dolor son prese,
E perchè tutti de la voce i semi
Aggruppati fra loro escon dal seno
651Per la solita via ch’or s’è ristretta.
Succede il vaneggiar, perchè si turbano
Le facoltà de l’alma e de la mente,
654E, come già mostrai, dal male istesso
Qua e là spinte e disperse, opran divise.
Quindi, ove ceda la cagion del morbo,