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libro terzo 149

255Così pure un’incerta aura leggera
Disperder può un acervo alto di semi
Di papaveri, e invece il più gagliardo
258Buffo smuover non può di sassi un mucchio.
Quanto più dunque son piccioli e lisci,
Tanto mobili più gli atomi sono;
261Ma quanto più al contrario aspri e pesanti
Trovansi, tanto più stabili sono.
L’animo dunque, già che abbiam trovato
264Che mobil sovra ogni altro è per natura,
Dee, sopra ogni altra cosa esser di lisci
E piccioli e ritondi atomi fatto.
267Questo principio, ove tu ben l’intenda,
Utile ed opportuno in molti casi
Fia trovato da te, mio buon amico.
270Questo fatto seguente anche dimostra
Qual sia mai de lo spirito l’essenza,
Come esigua e sottil la sua testura,
273E quanto picciol loco il capirebbe,
Se raggomitolar mai si potesse.
Perchè, subito allor che la secura
276Quïete de la morte occupa l’uomo,
E lo spirito e l’anima dileguansi,
Nulla vedi che al corpo ivi è sottratto
279Nel volume e nel peso: ogni altra cosa,
Fuor che il senso vitale ed il calore,
Serba illesa la morte. È dunque forza