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libro secondo 129

Che sorprender non cessi a poco a poco.
1329Se del cielo il color fulgido e puro
E quei che in sè contiene astri vaganti
E la luna e il nitor chiaro del sole
1332Or per la prima volta a l’improvviso
Posti innanzi a’ mortali occhi d’un tratto
Splendessero, qual mai dir si potrebbe
1335Spettacolo maggiore, e a cui le genti
Men di credere innanzi avríano osato?
Nulla, cred’io: tanto mirabil cosa
1338Sembrerebbe tal vista. E pur nessuno,
Tu il sai, già di vederli e sazio e stanco,
Gli occhi a’ templi del cielo alzar si degna!
1341Non volere perciò, sgomènto al nome
Di novità, bandir dal petto il vero;
Aguzza invece il tuo giudicio, libra
1344Le cose, ed ove a te sembrino vere,
Arrenditi, se false, a lor ti opponi.
L’animo or questo vuol saper: se immenso
1347Si distende lo spazio oltre i confini
Di questo mondo, che c’è mai là dove
La mente umana penetrar vorrebbe,
1350E spontaneo il pensier lanciasi a volo?
     Innanzi tratto io già mostrai, che in ogni
Parte, per tutti i versi e sopra e sotto
1353E ovunque intorno a noi termine alcuno
Per lo spazio non è: chiaro lo grida

9 — Rapisardi: Lucrezio.