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pubblica diviene non già organo d’intelligenza, ma misura d’ignoranza.

Basta la più leggiera tinta di storia per provarci quanto siano fluttuanti e precarie le opinioni, che non si fondano sui semplici e sovrani emanati della ragione; e siccome di assai poche verità assiomatiche trovasi 1* uomo in possesso, così veggiamo lo spirito d’un secolo e d’una generazione differire enormemente dalle antecedenti e dalle susseguenti, addottarsi e ripudiarsi i sistemi, modificarsi assiduamente usi, costumi, ed istituzioni ormeggiando lente, ma indefesse il progressivo sviluppo dei popoli, il quale, attraverso a queste molteplici e svariate gradazioni morali, per legge fatale di natura e di provvidenza, sempre sale verso il meglio.

Da tutto il fin qui detto emerge, che questo formidabile fantasma della opinione vuol essere guardato in faccia senza timore, e ben disquisito vuol essere, ed analizzato prima di accettarlo ed inchinarcegli siccome a supremo arbitrato. Esaminiamo se le forme solenni, che assume, siano per avventura il puntello di interessi parziali, la tonaca lunga ed affibbiata dell’ipocrisia, la legge caduca della forza, od il semplicissimo così facea mio padre, tanto potente sulle masse incolte che un bello spirito non chiamava senza ragione animai d’abitudine. Ben sovente ci accadrà di trovarci di fronte ad un colosso dal piè d’argilla; e le mie parole vi si appaleseranno ben vere, se riflettiate un istante ad un fatto gigante, che veggiamo svolgersi sotto late dimensioni nella nostra Italia in un solo quinquennio di libera vita.

Chi non è colpito dalle modificazioni di idee, di - opinioni, e perfin di credenze che vanno ogni dì operandosi nelle menti? Chi non meraviglia pensando che la Italiana Unità, che predicata da